Tutto E, per escursionisti medi, tranne la discesa e salita dal Toraggio. La salita per la via normale presenta 2 punti in cui usare le mani e una cengetta un po’ esposta in cui occorre prestare attenzione, sicuramente EE, per escursionisti esperti, non dei più semplici, ma neanche dei più difficili; qualche difficoltà anche nell’individuare il percorso, segnalato con bollini piuttosto scoloriti che, non sempre, coincidono con le tracce sul terreno che, specie all’inizio, portano fuori strada.
La discesa dal Passaggio a nord-ovest è sicuramente più impegnativa e pericolosa rispetto alla normale, tanto che è sicuramente meglio affrontarlo in salita, data anche la possibilità non remota di trovare il terreno, molto ripido, in condizioni di non buona aderenza per fango, ghiaccio o umidità; vi sono comunque cavi di acciaio e funi ad aiutare in tutti i punti più ripidi (praticamente tutta la parte alta è assicurata). Il punto più difficile è costituito da un ripido canalino erboso/roccioso in cui occorre usare le mani (non ci sono comunque passaggi difficili tecnicamente, siamo sul 1° grado, ma occorre molta attenzione); sopra il canalino si incontrano ancora ripidi e scivolosi prati, sempre assicurati da funi e cavi, che in breve portano in vetta. La valutazione può essere ancora di EE, forse EEA (escursionisti esperti con attrezzatura), anche se l’imbragatura non sarebbe di grandissima utilità, dato che non ci sono i fittoni a interrompere eventuali cadute lungo i cavi o la corda, in ogni caso è un percorso che richiede più attenzione che la via normale.
Da Genova sull’A10 fino ad Bordighera, si continua poi sull’Aurelia fin quasi a Ventimiglia, dove si devia a destra seguendo le indicazioni per Dolceacqua e Pigna. Un Km prima di Pigna si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per il Passo Gouta, dove si arriva con 14 Km di asfalto e tornanti. Da qui si prosegue sulla sterrata seguendo le indicazioni per il Passo Muratone. Si tratta di 3 Km circa di sterrata, prima larga e agevole, poi, in corrispondenza di un bivio, dove occorre prendere a destra in discesa, diventa un poco più stretta e sconnessa, ma, comunque, ben percorribile da una macchina normale. Si giunge quindi al Passo del Muratone dove si trova buona possibilità di parcheggio, si può, comunque, eventualmente proseguire fino all’omonimo Rifugio (qualche centinaio di metri più avanti), dove si trovano altri parcheggi.
Dal parcheggio si prosegue sulla sterrata (che è anche l’Alta via dei Monti Liguri); si raggiunge prima il Col du Corbeau (qui vi è un sentiero sulla sinistra che può essere usato per fare un anello al ritorno). La sterrata, quindi si trasforma in sentiero e inizia a salire ad ampi tornanti verso il Passo di Fonte Dragurina. Poco prima di raggiungerlo, in corrispondenza del 5° tornante, si tira dritto, lasciando a sinistra il sentiero per Fonte Dragurina.
Ci si dirige così verso il Sentiero degli Alpini e si inizia a seguire il sentiero tagliato nella roccia del Monte Toraggio fino ad arrivare al Passo dell’Incisa. Qui si passa sul versante Francese e si prende a sinistra sulle pendici nord del Toraggio. Completato il giro del monte ci si ritrova al Passo di Fonte Dragurina, poco dopo il quale una freccia su un masso con una T dipinta indica l’inizio della via normale per il Toraggio. Si salgono i ripidi prati sottostanti le rocce sommitali, seguendo sbiaditi segni un po’ rossi e un po’ gialli e ignorando varie tracce che traversano in diagonale, ci si dirige invece dritti verso la vetta. Poco sotto la vetta iniziano i passaggi rocciosi: prima un breve saltino di un metro, poi ci si dirige verso destra per affrontare un’esposta cengia, all’uscita della quale si usano ancora le mani per risalire la breve cresta che dà accesso al ripiano sommitale.
Dalla vetta un cartello segnala il passaggio a nord-ovest, che presenta subito un passaggio attrezzato con fune (qui abbastanza superflua, unico caso in tutto il percorso.), poi un breve tratto di sentiero facile e quindi un prato molto ripido assicurato con funi e cavi; superato anche questo si piega a destra in un ripido canalino roccioso di una trentina di metri, ultima difficoltà seria del percorso. Superatolo si prosegue su prati e bosco un po’ meno ripido (non ci sono più attrezzature) e quindi su una facile crestina fino a ricongiungersi all’Altavia sul versante Francese poco prima del Passo di Fonte Dragurina, verso il quale ci dirigiamo.
Superato il passo si continua in discesa lasciando a sinistra la normale del Toraggio e un sentiero che taglia alto e parallelo sopra quello degli alpini (vi ci si ricongiunge dopo 800 metri circa) e dal quarto tornante ci si ritrova sul sentiero dell’andata (si tratta del tornante in cui abbiamo tagliato dritto, come da indicazioni, per il sentiero degli alpini) che si può ripercorrere per intero o concludere un giro a 8 passando sul versante Francese.
La partenza dal Muraton non aggiunge molto alla gita, almeno nelle condizioni di brutto tempo e nebbia in cui l’abbiamo affrontata noi; in altre condizioni vi è da dire che si tratta di un percorso aperto e panoramico, sempre con vista mare, anche se non presenta, direi, niente di speciale; più interessante sarebbe forse stato seguire il crinale passando per il Monte Lega, ricco di fortificazioni e con un magnifico osservatorio scavato nella roccia, sarà per un’altra volta, come un’altra volta tenterò sicuramente la salita alla vetta orientale del Toraggio, magari non dalla via di cresta, un po’ troppo alpinistica per i miei gusti, ma dai verdi e dolci prati del versante sud…
Resta molto bello e suggestivo il Sentiero degli Alpini, anche se la parte più scenografica è quella che attraversa i versanti del Pietravecchia, non quella, a cui ci siamo limitati, che attraversa il Toraggio. Bella la vista di vetta sulle bastionate calcaree del Pietravecchia, molto altro non abbiamo visto….
In conclusione il giro dalla Melosa è sicuramente più bello, ma questo è sicuramente una valida alternativa per non rifare sempre lo stesso giro….
Nota a posteriori: il tratto del Sentiero degli Alpini percorso in questa gita, cioè la parte scavata nelle pareti meridionali del Toraggio, è da qualche anno interessata da una frana che ne rende pericoloso e difficile l’attraversamento.