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Grotta all'Onda da Casoli

Grotta all'Onda da Casoli

05-03-1995
Casoli (400) – Grotta all’Onda (700) – Foce del Crocione (o del Termine, 970) – Campo all’Orzo (930) – Focetta San Vincenzo (905) – Monte Prana (1218) - Focetta San Vincenzo (905)- Casoli (400).
13 Km. circa.
circa 1000 m.
Gita sociale Cai Sampierdarena e soundofsilence.
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E, per escursionisti medi, non vi sono particolari difficoltà che io ricordi, se non l’esplorazione della zona della grotta e delle cascate interne, comunque facoltativa, che può essere in alcuni tratti ripida e scivolosa (EE, per escursionisti esperti).
da Genova in autostrada fino a Viareggio, quindi seguiamo per Camaiore e, giuntivi, continuiamo dritti alla grande rotonda con obelisco, quindi prendiamo a sinistra via Carignoni, seguendo le indicazioni per il centro. Ci immettiamo quindi in Via Oberdan, che imbocchiamo verso sinistra, per poi svoltare alla prima a destra in Piazza XXIX Maggio e continuare dritti fino a svoltare a destra in Via Tabarrani. Seguiamo quindi via Tabarrani, per svoltare quindi a sinistra in via Sterpi. Continuiamo quindi in via Sterpi fino ad immetterci in Via Nuova, che seguiamo verso destra. Con via Nuova arrivamo fino alla frazione Lombrici, quindi, al bivio per Metato, prendiamo a sinistra per Casoli. Giunti a Casoli parcheggiamo in via Cappello in uno spiazzo sulla destra.
dal parcheggio continuiamo dritti per la strada per poi svoltare verso destra e seguirla fino al suo termine, per poi continuare su sentiero (2 e 112) ed al bivio tra i due prendere il 2 verso sinistra, mentre col 112 ritorneremo. Altri 300 metri e giungiamo ad un bivio dove prendiamo a destra e guadiamo subito il torrente, mentre il sentiero a sinistra ci porterebbe comunque nello stesso posto, ma con tragitto un poco più lungo. Giungiamo quindi ad un successivo quadrivio, dove troviamo anche una vaschetta in pietra, e imbocchiamo il sentiero più a sinistra ed in piano, il quale ci porta, dopo poco meno di 250 metri, ad un ponte, che attraversiamo, per immetterci su un sentiero presso alcuni ruderi, che imbocchiamo verso destra. Saliamo quindi sul nuovo sentiero fino ad incrociarne uno segnato, nei pressi di un’alta cascata sulla destra. Qui prendiamo a sinistra e giungiamo quinid alla grande apertura di Grotta all’Onda. Visitata la grotta continuiamo lungo il sentiero, incontrando una prima cascata che sgorga da un tetto di roccia, e quindi, le successive più scenografiche che sgorgano anch’esse da buchi nella volta di un grande tetto di roccia che forma un grande antro. Proseguiamo quindi sul sentiero sottostante alle cascate e, subito dopo aver oltrepassato la cascata principale, una deviazione a destra risale verso la stessa e giunge sotto il grande tetto di roccia, da cui abbiamo una bella vista sulla predetta cascata. Da qua, prendendo a sinistra un sentierino passa stretto tra due rocce e quindi continua fino ad un salto di terra e rocce, che bisogna superare sulla destra (qui c’è anche un sentierino proveniente da sinistra, che può essere un accesso alternativo o la via del ritorno ed un sentierino che continua a salire dritto, ma che non porta in nessun punto di rilievo) per continuare su un breve sentierino in piano che porta ad un riparo murato in cui entriamo per godere una vista d’insieme del grande antro con le cascate. Torniamo quindi sui nostri passi (si può uscire dall’altra parte del riparo, ma poi vi è un salto) e riscendiamo come per la salita o come descritto tra parentesi e ritorniamo quindi ancora sui nostri passi fino alla prima alta cascata, dove guadiamo il sottostante torrente e proseguiamo su sentiero segnato, indicato anche da frecce rosse su grossi massi. Il sentiero passa subito accanto a 3 grotticelle e quindi continua a traversare in falsopiano fino ad immettersi in una mulattiera che imbocchiamo verso sinistra in salita. Al primo tornante del nuovo sentiero, possiamo deviare brevemente a destra per accedere ad un punto panoramico su Grotta all’Onda e verso la costa. Riprendiamo quindi a salire verso la Foce del Termine, pochi metri prima della quale prendiamo a destra il sentiero diretto verso Campo all’Orzo. Il nuovo sentiero sale in circa 630 metri fino a quota 1000, dove troviamo a sinistra il bivio per il Monte Piglione, mentre noi continuiamo dritti in leggera discesa. Sul sentiero 101. Giungiamo così al valico di Campo all’Orzo, dove troviamo i resti della Chiesetta di Sant’Antonino Abate, dove proseguiamo ancora dritti, sempre in leggera discesa, per giungere in breve alla Focetta San Vincenzo. Dalla Focetta continuiamo ancora dritti e pressochè in piano, trovando subito il bivio a destra per Metato, mentre noi continuiamo a sinistra verso il Monte Prana (Sentiero Saudade). Subito dopo un nuovo bivio, dove teniamo la destra per il Monte Prana. Iniziamo quindi a salire su chiaro sentiero finche non giungiamo ad intercettare il crinale che scende dalla vetta a quota 1075 circa; qui è possibile deviare a destra su traccia meno marcata e seguire direttamente il crinale fino in vetta, mentre noi continuiamo a sinistra su traccia più evidente. Nei successivi 100 metri bisogna però porre attenzione a non deviare verso sinistra, ma prendere invece a destra una traccia nell’erba, che diventa poi più evidente e porta alla grande Croce di vetta. Dalla vetta torniamo sui nostri passi fino alla Focetta San Vincenzo, dove imbocchiamo sulla sinistra il sentiero 112 che ci riporta al bivio iniziale dell’andata, da dove sui nostri passi al parcheggio.
Molto bella e spettacolare grotta all’onda con i suoi getti d’acqua che formano arcobaleni, la gita e la visita della grotta richiedono comunque meno di mezza giornata ed è consigliabile estendere l’escursione al Monte Prana, come qui suggerito, che consente belle viste sulle apuane meridionali e la costa con il lago di Massaciuccoli.
05-03-1995
Casoli (400) – Grotta all’Onda (700) – Foce del Crocione (o del Termine, 970) – Campo all’Orzo (930) – Focetta San Vincenzo (905) – Monte Prana (1218) - Focetta San Vincenzo (905)- Casoli (400).
13 Km. circa.
circa 1000 m.
Gita sociale Cai Sampierdarena e soundofsilence.
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Grotta all'Onda da Casoli


Partenza alle 5,40 circa con fermata in corso Gastaldi per caricare 2 persone. Fermata autogrill Viareggio e uscita all’omonimo casello. Proseguito per Camaiore e imboccata strada per Casoli. Alle ore 8.15 incidente con machina senza passeggeri; Nessun ferito per fortuna, ma una occupante del pullman lamenta un dolore al ginocchio. Per precauzione chiamata ambulanza per guidatore della vettura, che comunque si saprà più tardi non avere niente. Rimaniamo però bloccati perchè non è possibile spostare la carcassa della macchina e comunque occorre aspettare i rilevamenti delle forze dell’ordine. Dopo un periodo di disorientamento ci si divide in 2 gruppi: 20 persone decidono di effettuare la gita dal luogo dell’incidente, tra i quali anch’io che non avevo potuto vedere l’incidente essendo posizionato a metà pullman, le rimanenti, tra cui il capogita, mi pare 16 restano ad aspettare i vigili, chiamati col telefonino da Ettore. Si inizia a muoverci, non tutti insieme, e io parto per ultimo e poco dopo incontro Vichi che, assuntosi la responsabilità del gruppo e scrittisi i partecipanti, torna indietro a controllare se viene qualcun’altro. Io raggiungo i primi e gli dico di rallentare per aspettare Vichi, che comunque aspettiamo soltanto giunti in paese a Casoli. Lungo la strada per il paese persone del posto ci descrivono tutti gli incidenti precedenti di quello che ci ha urtato, mentre un vecchietto provvede a spiegarci la strada per Grotta all’Onda, provvidenzialmente perchè nessuno tra quelli partiti conosce il percorso. Il primo tratto è in discesa e dall’altra parte dellla valle si ammira una bella parete bianca, striata di nero. Si prosegue fino alla seconda maesta’ che si trova in corrispondenza di un bivio ed è costituita da costruzione in pietra (tipo casetta) con dentro un piccolo quadro raffigurante la Madonna. Qui abbiamo girato a sinistra in salita si scende poi fino ad un ponte dopo il quale la strada riprende a salire a tornanti. Ad uno di questi si nota una deviazione sulla sinistra (controllare la quota che deve essere intorno ai 700m.) che si può riconoscere per il segno bianco e rosso di curva che indica il tornante sulla pietra posta in corrispondenza del bivio e aguzzando la vista si può notare che i segnavia continuano anche sulla deviazione. Prendendo la deviazione si arriva dopo qualche centinaio di metri a una piccola grotta con resti di muratura, proseguendo si arriva a una bella cascata dove finalmente c’è una scritta indicante Grotta all’Onda che risolve i nostri ultimi dubbi. La grotta gocciolante d’acqua in più punti è formata da roccia calcarea bianca a strisce nere. Entriamo dentro e riusciamo a proseguire per qualche decina di metri poi la grotta si riduce a una strettissima fessura che ci sembra impossibile che qualche essere umano possa percorrere, ammesso che continui. Usciamo alla luce e ci accorgiamo che più sopra la grotta continua anche se qui più che da una vera e propria sala è costituita da una parete strapiombante dalla quale volta attraverso due buchi vengono giù due imponenti getti d’acqua formanti una spettacolare cascata (Dobbiamo forse ringraziare la pioggia del giorno prima). Osservata da vicino (cosa che consiglio di fare, nonostante l’inevitabile doccia) la cascata notiamo che forma alla base 3 magnifici (specialmente uno) arcobaleni. Dopo aver sprecato (ma forse non è il termine adatto) più e più rullini di foto, qualcuno nota una casetta (o qualcosa di simile) all’estremità superiore della grotta, lo seguiamo, non senza aver fatto una nuova doccia, e raggiungiamo la casetta, vi entriamo e ci accorgiamo che si tratta di un semplice muro che racchiude una piccola grotticella adiacente alla grande grotta dell’Onda, che appare in tutta la sua magnificenza da un buco nella parete della grotticellla, dopo altre numerose foto ci accingiamo a tornare sul sentiero principale non senza esserci domandati dove porti il sentiero per la Grotta dell’ Onda che anche oltre questa non dà segni di voler finire. Giunti sul sentiero riprendiamo a salire contenti per la bellissime visioni appena godute e dimentichi dello shock per l’incidente della mattina. Poco più in su una brevissima deviazione sulla sinistra permette di accedere a una terrazza molto panoramica dalla quale si vede anche tutta la grotta. Si prosegue a salire lungo un torrente che ci allieta la vista con numerose cascatelle e qualche marmitta si giunge quindi in piano e dopo un breve tratto in piano il torrente sparisce (evidentemente scorre sottoterra) e il sentiero riprende a salire fino alla Foce del Crocione dove ci fermiamo a magiare, con la vista innevata del catena appennica nella zona del Corno alle Scale, nonchè dell’Uomo Morto nelle Apuane. Riprendiamo poco sotto il valico dalla parte da cui siamo venuti un sentiero a sinistra che si dirige in saliscendi verso il monte Prana. Alla base di questo è presente una chiesa diroccata e sul sentiero una sorgente. Qui un cartello galeotto (galeotto perchè orientato male) segnala da una parte M. Prana e dall’altra sorgente indicando la sorgente appena passata. Seguendo l’indicazione (sbagliata) si giunge subito ad una fonte, ma la traccia diventa presto incerta, stretta e ripida e perdipiù innevata, nonostante le difficoltà e la preoccupazione per la discesa, e dopo qualche tentativo di portarci sul versante sud (dove da valle avevamo visto un sentiero evidente) arriviamo alla base della vetta dove per fortuna troviamo un comodo traverso che ci permette di portarci a sud sul vero sentiero. Giunti con sollievo in cima ci godiamo il panorama, un po' meno il vento, (si vedono le Panie, il Corno alla Scale, Portovenere, Massaciuccoli e la riviera), per poi scendere sul sentiero sud. Ritornati alla base della vetta provvedo ad orientare correttamente il cartello e a bloccarlo il meglio possibile. Da qui scendiamo verso Casoli (Indicazioni su un grosso masso) e lungo la discesa troviamo qualche bivio di non facile interpretazione (Occorre comunque seguire il segnavia a tre strisce bianco-rosso-verdi e non le indicazioni per Corogno e comunque proseguire sempre in discesa). Prima di arrivare osserviamo ancora il bel torrente che ha scavato con suggestive cascatelle marmitte nel calcare bianco (In un punto molto suggestivo e possibile seguendo con attenzione un’incerta e scivolosa traccia avvicinarvisi) e la Fossa del Ragionè (come da scritta su masso) che è un impressionante crepaccio lungo decine di metri. Arriviamo quindi alla maestà del primo bivio e giungiamo in breve a Casoli poco prima delle 17. Ritorno veloce e tranquillo.