Dopo 2 giorni di diluvi monsonici e temperature che a giugno, da queste parti, non vedevano da trent’anni credevo ormai di aver passato il peggio, e invece…
Si inizia con una multa da parte di una pattuglia di carabinieri che passa tutto il giorno in un distributore di benzina per beccare tutti quelli che non si accorgono della semicancellata linea continua che impedisce l’accesso a un distributore sulla sinistra della carreggiata. Arrivato poi a Ciolandrea non so come, visto che, chiesto a 3 persone del posto, mi hanno indicato 3 strade diverse, incontro una gentile e simpatica donzella, che, oltre a ragguagliarmi sul percorso per la Spiaggia del Marcellino mi offre volentieri, per soli 5 euro, una cartina gratuita…
Arrivo poi al bivio della casa e non trovando segnavia da nessuna delle 2 parti, decido di proseguire a destra per la Timpa del Piombo, d’altronde ho una descrizione scaricata da internet che prevede di passare prima dalla Timpa e poi scendere al Marcellino…
Giunto in cima alla Timpa non trovo però tracce chiare per proseguire, né in vetta, né nei dintorni. Torno quindi al bivio della casa e cerco dappertutto i segnavia, senza esito, tantopiù che le tracce sono molte, anche se sembrerebbe logico andare dritti, ma non c’è segnavia che lo confermi…
Ho promesso a mia moglie che torno presto, non posso più perdere tempo e mi gioco il jolly…
Sulla cartina ‘gratuita’ ci sono infatti dei numeri di telefono e provo a chiamare…
A 2 numeri della forestale mi risponde un fax, provo il parco ma non ne sanno niente, provo ancora la comunità montana e, dopo 2 chiamate, riesco a capire che andare verso la Timpa è sbagliato, poi casca la linea…
Scendo quindi con più convinzione dritto dalla casa col pozzo e, dopo un po’, ritrovo finalmente i segnavia (al ritorno noterò poi un segnavia di cui emerge solo un piccolo lembo rosso su una pietra semisepolta in mezzo alla strada)…
I problemi ricominciano, quasi arrivato al mare, ad un guado, dove non considero neanche la possibilità di proseguire lungo il torrente, data la giungla che vi incombe sopra e dentro e data la quantità d’acqua (sicuramente dovuta alle recenti piogge) che sembra rendere impossibile passare senza immergersi, e cerco di aprire il cancelletto che mi sta di fronte sull’altra sponda. Sembra un cancelletto di quelli che si aprono, ma non si apre, c’è pure un lucchetto. C’è però anche un buco quasi in cima, non molto grande, ma, lasciando lo zaino, riesco a passare. Giungo così a una casa e, quindi, a una recinzione, con filo spinato e rovi, che sbarra l’accesso alla spiaggia: provo in più punti, ma non c’è nulla da fare, com’è possibile???
Attraverso i rovi scorgo però i segnavia: ho capito bisogna passare nel torrente. Ritorno quindi al guado e mi cimento in un salto triplo su una pozza d’acqua, tipo quelli di James Bond in un film in cui salta sulle teste dei coccodrilli che aspettano di mangiarlo; la cosa riesce piuttosto bene, mi bagno solo fino al ginocchio…
E non è finita qui, il successivo tunnel di rovi non sarà certamente più piacevole, ma ormai sono quasi arrivato e non posso più tirarmi indietro…
Sono quindi alla spiaggia, non mi resta che una corsa per tornare indietro, visti i vari ritardi accumulati: riuscirò a ritornare alla macchina in 1 ora circa, contro le 2 ore e mezza indicate (per la discesa…) sulla ‘famigerata’ cartina, ma si sa come sono calcolati da queste parti i tempi e le distanze…