E, per escursionisti medi, fino all’ultimo tratto per la Punta Lazoney (tenendo conto però che quando si abbandona il sentiero 6 verso Lazoney la traccia non è molto chiara, ma il terreno è comunque semplice, data la necessità di orientarsi siamo però al limite dell’EE, per escursionisti esperti), che può essere considerato EE per l’attraversamento di una placca rocciosa, non difficile, ma che può essere insidiosa in caso di bagnato e se non si indovina il percorso giusto. EE la discesa senza traccia al Lago Lammersee, con un punto di roccia liscia a cui fare attenzione, evitabile comunque scegliendo un altro percorso di discesa che il percorso non è sicuramente obbligato. E dal Lago alla Bocchetta di Niel, anche se noi, scendendo dal Passo di Loo, abbiamo dovuto attraversare un nevaio che nella parte inferiore diventava troppo ripido per essere affrontato senza ramponi e siamo stati costretti quindi a passarvi a fianco con percorso EE su ripido ghiaietto. La salita dalla Bocchetta di Niel alla Punta 3 Vescovi richiede poi molta attenzione, non vi sono in effetti segnavia, né ometti, né una traccia sempre riconoscibile e il filo di cresta presenta punti esposti e salti di roccia non percorribili. Noi, imboccata subito la cresta su un sentierino leggermente a sinistra, ci siamo trovati di fronte ad un salto, superabili con arrampicata di I+, un poco esposta, che porta ad alcuni di metri di cresta decisamente esposta, per poi diventare più semplice fino ad arrivare in vista di un torrione non superabile. Questo tratto lo valuterei F+ (alpinistico facile superiore), ma forse il salto in questione si può evitare passandovi a fianco. Il tratto successivo su traccia esigua e nella seconda parte scomoda può essere valutato EE, ma siamo al limite dell’F (alpinistico facile), limite che si supera con il passaggio di II che porta in cresta, per fortuna non esposto. EE poi la discesa dalla vetta, su sentiero ben tracciato, ma a tratti esposto e con qualche passaggio scomodo e\o scivoloso. E quindi tutto il resto dal Colle della Mologna Grande fino al parcheggio.
Da Genova con l’A10 fino a Voltri, dove si prende l’A26 (Alessandria-Torino) e la si segue fino a poco oltre Casale Monferrato, dove si prende per Santhià e Aosta e si prosegue fino ad Ivrea, dove si continua sulla Aosta-Torino (A5) fino alla prima uscita (Pont Saint-Martin). A Pont Saint-Martin si prende subito a destra per la Valle del Lys e Gressoney. Percorriamo quindi tutta la valle del Lys fino a Gaby, dove prendiamo a destra per Niel, stando attenti al primo bivio successivo a prendere a sinistra per Niel e non a destra per la Cascata di Niel. Seguiamo quindi la stretta e tortuosa stradina fino ai vai parcheggi al termine della strada, dove lasciamo la macchina.
dal parcheggio imbocchiamo sulla destra della strada (salendo), il sentiero 6 per il Colle Lazoney, come da cartelli. Il sentiero sale, lastricato mirabilmente, fino alle case in pietra dell’Alpe Stubin, dopo le quali si supera un ponte e subito troviamo un bivio, dove continuiamo a seguire a sinistra il 6 per il Colle Lazoney, lasciando a destra il 6b per il Colle Mologna Grande, dal quale torneremo. Continuiamo quindi a salire sul 6 e a quota 1980 circa arriviamo all’Alpe Jatzit, come da targhetta di legno su una delle baite in pietra, che indica la quota 1977, proseguiamo ancora fino a quota 2040 circa, dove troviamo ancora delle case in pietra. Qui dobbiamo lasciare il 6 per prendere a destra appena sotto le case, una traccetta praticamente invisibile. Traversando quindi in orizzontale si trova poi qualche tratto un poco più chiaro e anche qualche vecchio segnavia. Risulta però più difficile però capire in che punto bisogna smettere di traversare in piano, direi dopo circa 200 m., per risalire i pendii erbosi sulla sinistra, cosa che abbiamo fatto senza traccia, fino a giungere alle case di Lazoney. Da qui prendiamo una traccia che traversa verso sinistra e continuiamo pressochè in piano per poco più di un centinaio di metri, per poi piegare a destra in salita, cercando di individuare una traccia. Qui noi abbiamo visto sulla destra un chiaro sentiero che supera il pendio successivo nel punto più logico e abbiamo quindi trovato dei segnavia viola che abbiamo provato a seguire. Seguendo quindi tali segnavia, o varie tracce che risalgono direttamente il pendio, che consente comunque ampia scelta di percorso, si giunge comunque ad incrociare il sentiero 1, che, invece di imboccare, attraversiamo dirigendoci senza traccia al vicino Lago Suckie, che raggiungiamo superando una breve zona di grossi massi. Costeggiamo quindi il lago verso sinistra e, al termine dello stesso, prendiamo a sinsitra su sentierino che riporta in breve al sentiero 1, che imbocchiamo verso destra. Seguiamo quindi il sentiero 1 in leggera salita fino al Colle Lazoney, dove prendiamo a destra il sentiero diretto alla Punta Lazoney. Saliamo quindi, piuttosto dolcemente, seguendo ometti di pietra e segnavia, ed incontrando qualche piccolo laghetto, dopo l’ultimo dei quali ci troviamo di fronte alla cupola sommitale, che risaliamo tramite un canale erboso che evita le rocce per sbucare fino a quasi in vetta; qui si attraversa una placca rocciosa, seguendo i segnavia che permettono di evitarne i punti più insidiosi, e quindi si prende il filo di cresta, dal quale si giunge in breve in vetta. Dalla vetta scendiamo sul percorso dell’andata fino ai laghetti, dove prendiamo a destra, a vista, verso il sottostante Lago Lammersee, scegliendo il percorso migliore si giunge al lago senza grosse difficoltà, ma occorre comunque prestare attenzione, si può scendere per un canale erboso e quindi pietraia, ma noi abbiamo preferito scendere sul poggio roccioso sulla destra, che permette di evitare la pietraia finale, ma presente alcune lastre lisce di roccia su cui prestare attenzione. Dalla sponda destra del lago continuiamo dritti ed in breve incrociamo il sentiero segnato verso il Passo di Loo, che imbocchiamo verso destra, risalendo il breve al predetto colle. Dal passo scendiamo quindi seguendo il sentiero segnato che, però, in questa occasione attraversa un nevaio, facile nella prima parte, ma troppo ripido nella seconda. Noi, scesane la prima parte, abbiamo traversato sulla sinistra per uscirne e contornarlo su ghiaietto ripido che richiede attenzione. Scendiamo quindi sulla sinistra del nevaio fino a ricongiungerci al sentiero segnato. Continuiamo quindi in dolce discesa tra splendidi prati, fino ad affacciarci sulla sottostante Alpe del Prato, ampia zona alluvionale pianeggiante, che in breve raggiungiamo. Attraversiamo quindi la piana fino a due case in pietra, in corrispondenza delle quali prendiamo a destra un sentiero che risale il versante a destra, lasciando il sentiero di fondovale che continua verso il Colle del Prato. Iniziamo quindi a salire seguendo i segnavia con attenzione, essendo la traccia non sempre chiarissima, giungendo in vista di un suggestivo laghetto triplo, presso il quale il sentiero piega a destra e quindi aggira ancora a destra un risalto roccioso che sembra sbarrare la strada, per poi proseguire dritti fino al primo Lago 3 Vescovi. Costeggiamo sulla destra il primo lago, giungendo in breve al secondo, che costeggiamo sempre sulla destra, giungendo quindi in breve al terzo e molto più grande lago. Costeggiamo quindi a sinistra il terzo lago (Lago Bianco) e, al termine dello stesso, ne traversiamo l’immissario verso destra. Qui il sentiero segnato sale sulla destra, ma noi facciamo una breve deviazione seguendo l’immissario fino ad un poggio roccioso che si affaccia sul sottostante quarto lago. Visto anche il quarto lago, al quale abbiamo evitato di scendere, torniamo indietro e imbocchiamo nuovamente il sentiero verso la Bocchetta di Niel, che raggiungiamo in breve con un’ultima breve, ma ripida, salita sulla destra. Qui sul filo di cresta sulla sinistra che dobbiamo imboccare, non si intravvedono ne traccia, ne ometti, ma tenendosi appena a sinistra del filo, si passa facilmente fino ad un risalto roccioso. Saliamo quindi il risalto roccioso con alcuni passi di arrampicata di I+, ma un poco esposti, per riprendere la cresta qui decisamente esposta per pochi metri (forse questo tratto è evitabile sulla sinistra prima del risalto, ma non ne sono sicuro), per poi diventare più facilmente camminabile fino ad un torrione che sbarra la strada. Giunti quindi in vista del torrione si prende una traccia a sinistra appena sotto il filo di cresta. Nella prima parte la traccia è abbastanza chiara e comoda, poi, arrivati sotto la vetta, la traccia si perde, ma direi che conviene, come abbiamo fatto noi, continuare a traversare come se ci fosse ancora, su cespugli di rododendri ed erba, scorgendo un ultimo canale erboso oltre la cima, che da qui sembra il più fattibile. Risaliamo quindi il canale erboso che raggiunge la cresta con un saltino roccioso di II, non particolarmente esposto. Dalla cresta prendiamo a destra e un facile sentierino ci porta in vetta in pochi metri. Dalla vetta si scende a sinistra su sentiero segnato che percorre la cresta, con percorso sempre evidente e segnato, ma a volte stretto ed un po’ esposto e con alcuni passaggi scomodi o su lastre scivolose. Con percorso quindi piuttosto articolato giungiamo quindi al Colle della Mologna Grande, dove prendiamo il sentiero verso destra e, dopo pochi metri, ad un nuovo bivio, prendiamo a sinistra il sentiero 6b per Niel. A quota 2230 circa, una breve deviazione a destra non segnalata, ci consente di visitare il Lago Grekij, visitato il quale riprendiamo la discesa. Seguiamo quindi il sentiero 6b lungamente fino a scendere ad una fonte, dopo la quale troviamo un ponte, che attraversiamo, per incrociare quindi il sentiero dell’andata, che imbocchiamo verso sinistra in discesa, attraversando subito un altro ponte, per poi tornare sui passi dell’andata fino al parcheggio.
giro che collega tutti i laghi principali in un anello (in realtà ne abbiamo saltati due, non invogliati dal brutto tempo, ma non era difficile comunque raggiungerli) e raggiunge anche le due vette, sicuramente il migliore per vedere tutte le cose migliori della zona, ma al prezzo di qualche tratto di sentiero non chiarissimo verso Lazoney. Il giro è sicuramente interessante, ma il brutto tempo praticamente tutto il giorno ha reso difficile farsi un’idea più precisa.