per il Canalone Porta alcune valutazioni che si trovano in rete non mi sembrano corrette, come anche l’indicazione sulla cartellonistica sul posto che lo classifica EEA (per escursionisti esperti attrezzati). Per me EEA qualifica un sentiero attrezzato in cui alla normale dotazione escursionistica si deve aggiungere imbragatura, set da ferrata e casco, non può individuare secondo me un percorso con passaggi alpinistici senza nessun cavo o catena, dove, per eventualmente assicurarsi, occorre la conoscenza di tecniche alpinistiche. In loco quindi sarebbe stato più opportuno, secondo me, indicare A, come per la Punta Giulia (che presenta difficoltà analoghe) e il Canale dell’Angelina (comunque decisamente più facile). Detto questo, scendendo nel dettaglio, il Canalone porta presenta due o tre paretine di qualche decina di metri, con passaggi di I grado, o al massimo di secondo facile, però abbastanza esposte e con ghiaietto che rende il percorso insidioso. Le difficoltà maggiori consistono però in due singoli passaggi, due saltini di un paio di metri: il primo che si incontra poco prima della finestra è solo difficile, ma non particolarmente esposto, da quotare secondo me come un III o al massimo un III-. Più avanti invece si trova un passaggio, sul bordo sinistro del canale, che non siamo riusciti a passare a sinistra, sfruttando un masso incastrato, in quanto i piedi non trovavano alcun appoggio, ma abbiamo dovuto invece superare un poco più a destra, in maniera molto più esposta, su appoggi piccoli e lisci e con appigli scomodi e difficili da trovare. Per me qui si può parlare di III+ e non capisco come le altre relazioni possano quotarlo di II… Ancora un passaggio presenta poi difficoltà superiori alla media: in cima ad una delle paretine occorre compiere un traverso abbastanza facile, ma esposto e su ghiaietto instabile. Qui è presente un chiodo, ma in posizione direi scarsamente utile. In generale contavamo, a quanto abbiamo letto, ci fossero protezioni ove far sicurezza nei punti più esposti e difficili, ma le abbiamo trovate invece dove non ne sentivamo il bisogno e non dove invece le avremmo desiderate ardentemente…. Detto del Canalone Porta, che globalmente penso si possa valutare PD (alpinistico poco difficile) o PD- (alpinistico poco difficile inferiore), la successiva salita al Torrione Magnaghi è EE, per escursionisti esperti, EEA la salita alla vetta per la Cresta Senigaglia, noi non vi abbiamo usato l’imbragatura, ma vari punti assai ripidi ed esposti (seppur ricchi di appigli e appoggi) potrebbero consigliare altrimenti. EEA anche la discesa dal Cecilia, indubbiamente più scomoda della salita e in cui può essere comodo usare il set da ferrata in alcuni punti. Un poco più semplice in media il sentiero Giorgio, ma con un punto assai ripido ed esposto, ma comunque dotato di staffe. Senza grossi problemi, ma comunque EEA, la Direttissima, a parte l’attraversamento dello scomodo e stretto Caminetto Pagani, attrezzato con un paio di scale in parte strapiombanti. Passato il Caminetto ancora un tratto attrezzato e tutto il, poco, resto è E, per escursionisti medi.
Da Genova in autostrada fino a Milano, superato il casello si prende la tangenziale ovest (quella più a destra) fino ad incrociare la A4 (Milano – Venezia), che si imbocca e si segue fino a Cinisello Balsamo, dove si prende la Superstrada (SS36) che si segue fino a Lecco, dove si prende per la Valsassina e e, arrivati a Ballabio, si gira a sinistra per i Piani Resinelli. Giunti ai Piani, si gira immediatamente a destra in via Mauri seguendo anche le indicazioni per il Rifugio Soldanella e il Rifugio Porta. Raggiunto il Rifugio Soldanella, subito a monte della strada, il tracciato diventa sterrato e, dopo ulteriori 250 metri troviamo le indicazioni per il sentiero che dobbiamo imboccare; da qui proseguiamo ancora una cinquantina di metri e parcheggiamo in uno slargo a sinistra o in altri più piccoli spazi.
dal parcheggio torniamo indietro una cinquantina di metri e imbocchiamo il sentiero a destra. Dopo circa 200 metri troviamo a sinistra il bivio per la Cresta Cermenati, mentre noi proseguiamo a destra fino a raggiungere, in breve, l’inconfondibile canalone. Qui, traversandolo verso destra si può imboccare il sentiero per la Cresta Senigaglia, che può essere una interessante e veloce alternativa per il ritorno. Noi invece imbocchiamo il canalone, percorrendone il fondo, o un sentierino nell’erba sul ciglio destro dello stesso, finche non diventa impercorribile e ci costringe a scendere comunque nel canale. Nella prima parte la via, comunque intuitiva è segnata da segni biancorossi (assai stinto il rosso) e, più avanti, dove ci può essere qualche dubbio in più sul percorso, anche da bolli rossi più recenti. Dopo un primo tratto facile troviamo un passaggio abbastanza ostico, ma non esposto, in cui gli appoggi lisci creano qualche difficoltà. Giungiamo quindi alla bella finestra sulla sinistra, poco dopo la quale incontriamo il passaggio più ostico di tutto il percorso. Qui i bolli rossi indicano uno stretto passaggio attaccato alla parete sinistra, assai difficile da passare per mancanza di appoggi e dal quale risulta assai difficile tirarsi su a forza di braccia essendo strapiombante e con appigli piuttosto scomodi. Occorre quindi passare più a destra, con esposizione molto maggiore, su appoggi comunque lisci e precari. Passato questo punto ostico (III+, secondo me), giungiamo alla base di una paretina (con targa, mi pare di ricordare, e anello di calata, sotto però alla paretina…). La paretina in questione non presenta particolari problemi, a parte un po’ di esposizione e la superiamo senza difficoltà. Troviamo quindi una seconda paretina, addossata alla parete destra del canale, da cui l’uscita risulta un po’ problematica, in quanto occorre traversare verso sinistra su terreno facile, ma molto insidioso per il ghiaietto. Da qui in poi siamo in vista dei prati (molto ripidi a dire il vero) che fanno capo all’omonima bocchetta (Bocchetta dei prati) sulla quale passa il sentiero del Traverso Magnaghi, che dobbiamo attraversare. Qui noi abbiamo lasciato il fondo del canalone, per prendere invece un tracciolino assai ripido sui prati a sinistra, non sappiamo se sia stata una scelta azzeccata, ma, comunque, usando anche l’erba come appiglio, siamo arrivati abbastanza in breve e non troppo difficilmente al predetto Traverso Magnaghi. Imbocchiamo quindi brevemente il sentiero segnato, per continuare invece subito nella parte superiore del Canalone. Dopo una prima parte facile giungiamo quindi alla base del Sigaro Dones, dove poi troviamo una paretina liscia, evitabile con un ripido sentierino nell’erba sulla sinistra. Dopo il sentierino di pochi metri occorre arrampicare facilmente, ma su parete abbastanza esposta, per giungere quindi ad una gola con bellissime viste sul Sigaro Dones. Superata la gola sbuchiamo su terreno più aperto e facile e, pian piano, scorgiamo i prati, alla cima dei quali raggiungiamo il Sentiero per la Cresta Senigaglia in corrispondenza della Bocchetta dei Venti. Dalla Bocchetta è possibile, con breve deviazione verso destra, raggiungere la vetta del Torrione Magnaghi Settentrionale (croce). Torniamo quindi alla Bocchetta dei Venti e proseguiamo in salita lungo la cresta Senigaglia, superando vari tratti attrezzati, tra cui un ripido canalino in discesa, fino all’ultima esposta e molto ripida parete che porta in vetta. Dalla vetta proseguiamo verso sud-ovest, scendendo per la più facile Cresta Cermenati, che seguiamo fino a quota 2065, dove troviamo a destra il bivio per il Sentiero Cecilia, che imbocchiamo. Affrontiamo quindi un tratto in ripida discesa su ghiaietto e poi un tratto di traversi attrezzati e giungiamo quindi al bivio a sinistra per il Canale dell’Angelina, proseguendo ancora sul Cecilia. Giungiamo poi al Colle Valsecchi, da cui scende la Direttissima, mentre noi continuiamo sul crinale, anzi dietro, passando sul versante nord e, attraverso alcune cengette torniamo quindi ad affacciarci sul versante sud, dove, poco prima del Colle Garibaldi (dal quale si scende poi in breve al Rifugio Rosalba), troviamo sulla sinistra il bivio per il Sentiero Giorgio, che imbocchiamo. Il nuovo sentiero inizia con un tratto in ripida discesa, per poi attraversare una zona di fantastici torrioni con vari saliscendi alcuni attrezzati, per giungere quindi di fronte al Gruppo del Fungo e risalire quindi alla Direttissima, che imbocchiamo verso destra. Ancora qualche saliscendi sulla Direttissima, sempre in mezzo a magnifiche guglie, per giungere quindi al passaggio del Caminetto Pagani, da scendere con prudenza, date anche le rocce liscie e ripide prima delle due scale. Dopo il caminetto un ultimo tratto attrezzato e, quindi, a quota 1500 circa, giungiamo al bivio tra i Piani Resinelli a destra, e la cresta Cermenati a sinistra; imbocchiamo quindi a sinistra e quindi prendendo a destra in discesa al successivo bivio per il Rifugio Porta (prendendo a sinistra si risalirebbe per la Cresta Cermenati). Giunti al Rifugio Porta (o tagliando prima nel bosco come abbiamo fatto noi) prendiamo la carrareccia sulla sinistra che in breve ci porta a ricongiungerci al sentiero dell’andata nei pressi del parcheggio.
uno dei migliori giri che si possano fare in Grignetta in quanto permette di averne una visuale completa, attraversandola da est a ovest. I sentieri poi della Direttissima, il Giorgio e il Cecilia hanno pochi rivali in Italia, non so altrove, quanto a bellezza e panoramicità, il Canalone Porta è invece un poco meno bello, ma sicuramente selvaggio e solitario, oltrechè decisamente difficile. Chi non se la sentisse di affrontare il canalone può sempre sostituirlo con la cresta Senigaglia, altrettanto bella, ma molto più facile e veloce da percorrere.