in generale EE, per escursionisti esperti, tutte le deviazioni dai sentieri segnati per visitare le grotte e altri punti di interesse; sempre in generale EEA, escursionisti esperti con attrezzatura, tutte le grotte in quanto necessitano di casco e lampada, mentre in generale E, per escursionisti medi, i sentieri segnati. Detto questo il punto di gran lunga più impegnativo, ma anche uno dei più suggestivi ed imperdibili, è la risalita della Grotta dell’Edera, dove occorre salire una parete di 4 metri, spesso assai scivolosa, seppur con l’ausilio di una corda in loco, ma la cosa non risulta comunque semplice.
Da Genova in autostrada fino all’uscita di Finale Ligure. Dallo svincolo ci si immette sulla sp490 che si imbocca verso sinistra in discesa verso il mare. Dopo 1,5 Km circa si prende a sinistra per Finalborgo e si gira immediatamente nuovamente a sinistra di fronte alla porta del borgo per continuare sulla sp17 in direzione parallela e opposta alla sp490 appena percorsa. Dopo 2 Km. circa imbocchiamo una stretta stradina in salita sulla destra (Indicazioni x Osteria Castel Gavone e Azienda Turistica 5 Campanili). Percorriamo la predetta stradina per circa 1,5 Km arrivando quindi alla Chiesa di Perti, dove parcheggiamo.
dal parcheggio ci voltiamo in direzione opposta a quella da cui siamo venuti e prendiamo il sentierino in direzione sud che subito passa davanti all’Osteria del Castel Gavone, quindi, dopo 150 metri, prendiamo a destra in salita un ripido sentierino un poco infrascato, fino a giungere davanti al cancello che impedisce l’accesso al forte, qui prendiamo dunque ancora a destra un esile sentierino in salita che in 40 metri circa ci porta ad una quasi apertura nella recinzione. Entriamo quindi e percorriamo la fiancata del forte per arrivare poi davanti alla scenografica Torre dei Diamanti. Tornati al parcheggio continuiamo su asfalto passando prima sopra alla caratteristica Chiesa di Nostra Signora di Loreto (meglio conosciuta come dei 5 Campanili), quindi, sempre su asfalto, passiamo a sinistra della piccola Chiesa di San Benedetto, per arrivare poi a delle case sulla destra (località Case Valle), si prende a destra in mezzo alle case, seguendo il segnavia 3 bolli rossi. Subito passate le case si prende ancora a destra in salita (cartello), lasciando una traccia che procede dritta e in piano. Saliamo quindi brevemente fino a quota 260, dove camminiamo sulla cima di una bastionata rocciosa, subito dopo la quale notiamo l’evidente deviazione a sinistra, in discesa, che imbocchiamo per dirigerci verso Grotta dell’Edera. Seguiamo quindi la nuova traccia passando attraverso un corridoio roccioso in discesa subito prima di arrivare alla Grotta. Visitiamo quindi la grotta con attenzione, risalendo prima una paretina attrezzata e poi continuando in ripida e scivolosa salita fino ad uno stretto passaggio che immette nella grandiosa sala superiore a cielo aperto, caratterizzata da uno spettacolare arco naturale. Visitata la grotta torniamo sui nostri passi fino al bivio. Qui, procedendo pochi metri, vi è subito un’altra deviazione a sinistra, meno evidente della precedente, che porta sulla base del finestrone della camera superiore della grotta, seguendo questa deviazione è possibile anche prendere a destra in salita, in corrispondenza di una depressione sul terreno, e in leggera arrampicata, seguendo con un po’ di senso di orientamento le varie esili tracce di avvicinamento alle pareti usate dai rocciatori, arrivare in cima al pozzo della camera superiore della grotta e volendo camminare anche sull’arco.
Tornati, nuovamente, al sentiero principale, si prosegue ancora qualche metro in salita e in corrispondenza dello scollinamento si fa una nuova breve deviazione a destra in salita per vedere i miseri resti del Castrum Perticae e, soprattutto la bella Chiesa di Sant'Antonino, costruita, tra l'altro su una grotta-cunicolo di 60 metri di sviluppo. Dalla cripta della Chiesa è possibile accedere all'interessante grotta, ma si tratta, in questo caso, di una grotta che, a parte i primi metri, presenta difficoltà alpinistiche e strettoie da affrontare con cognizione di causa ed attrezzatura, trovate comunque descrizione della visita in altra pagina di questo sito.
Tornati al sentiero principale lo si percorre fino al bivio segnato con cartello sulla sinistra dove occorrerà prendere il sentiero segnato con 2 rombi vuoti per il Bric del Frate, prima però ci sono alcune cose che è possibile e direi quasi doveroso fare in questo tratto di sentiero.
Innanzitutto ci sono due grotte di facile percorrenza, con lampada e casco comunque: la grotta dell'Acqua e la Grotta del Morto. Per trovarle la cosa migliore è tenere gli occhi aperti lungo il sentiero e individuare sulla roccia i segni ad u rovesciata, che indicano appunto l'inizio delle deviazioni per le grotte.
Purtroppo la Grotta del Morto non è più bella come una volta: come altre grotte nel finalese, è diventata recentemente, forse in ossequio al nome, una grotta morta, cioè non più percorsa dall'acqua e le stalattiti e le concrezioni non brillano più come una volta; inoltre scavi speleologici nel tratto terminale hanno distrutto alcune belle colonnine.... In ogni caso qualcosa resta ancora da vedere, sempre che ci si accorga (e non è facilissimo) che la grotta prosegue sulla sinistra (guardando verso l'interno) e non si limita al solo camerone d'ingresso....
Arrivati quindi al bivio predetto (per il Bric del Frate), invece di prenderlo subito, occorre procedere poche decine di metri per arrivare prima ad un belvedere sui frati (sono 3 o 2, a seconda delle interpretazioni, arditi pinnacoli di roccia) e quindi ai frati stessi, di cui uno si può scalare facilmente e l'altro, il più bello, si può, anzi direi si deve, osservare da tutte le angolazioni, grazie a una traccia che permette di farne il giro; a fianco ai frati vi è anche una comoda radura (con tra l'altro una piccola grotticella a fianco) dove è possibile fermarsi a mangiare.
Tornati indietro e imboccato il sentiero per il Bric del Frate, contrassegnato dai due rombi rossi, si presenta dopo qualche centinaio di metri un'altra scelta: sulla sinistra vi è una deviazione segnata in blu che porta direttamente a Pian Marino, tagliando via il Bric del Frate, che viene comoda se si è in ritardo, ma che non è per niente interessante, se si eccettua la presenza della Grotta della Pozzanghera poco prima di arrivare a Pian Marino, appunto. E' quindi consigliabile non prendere la deviazione blu e, se proprio si vuole vedere la predetta Grotta, fare una deviazione da Pian Marino, raggiunto invece passando dal Bric del Frate. La Grotta della Pozzanghera si trova in fondo a una depressione ed è facilmente percorribile (con lampada) anche se un pò scivolosa perchè ricoperta di fango per tutto il centinaio di metri circa di sviluppo. Proseguiamo invece sui rombi rossi in direzione Bric del Frate fino ad incontrare un bivio a destra in discesa su ampia carrareccia. Tale deviazione porta, se non si sbaglia strada, alla Grotta del Frate, che vale sicuramente la pena di visitare, se non altro per la bella finestra in parete sormontata da un oblò naturale... Per giungere alla Grotta del Frate occorre scendere qualche centinaio di metri per la predetta deviazione e poi seguire una traccia a sinistra e seguire sentiero che costeggia parete e dopo pochi metri si giunge alla grotta.
Ritornati indietro al bivio si continua fino in vetta del Bric del Frate, altro bel posto dove si può mangiare. Si prosegue quindi in discesa per il bel sentiero di crinale (leggermente esposto in qualche punto, ma senza difficoltà) che scende a Pian Marino.
Siamo a Pian Marino, altro ottimo posto per fare una sosta e magari anche per una partita a calcio..... si tratta di uno dei più bei prati della Liguria; da qui volendo, come prima descritto, si può fare una deviazione per la Grotta della Pozzanghera e quindi riprendere i 2 pallini rossi verso sud. Si prosegue lungo il sentiero in discesa fino a che si incontra una piccola salita, una cinquantina di metri dopo questo punto si può fare una deviazione verso la Grotta Sant'Eusebio, forse la più difficile da trovare, ma si dovrebbe essere aiutati nell'impresa da un segno di grotta inciso sulla corteccia (le ultime volte che sono passato non l'ho più visto però...) di una albero e successive frecce su successivi alberi, mentre si sale verso le pareti rocciose seguendo una evanescente traccia tra la vegetazione... La Grotta Sant'Eusebio, come la successiva Arma do Prinsipaa è chiusa da un bel muro, ma è meno scenografica di questa. Tornati sul sentiero si prosegue in discesa fino ad incontrare un bivio, anzi un trivio, sulla destra la strada segnata con i 2 pallini rossi che riporta alle macchine, sulla sinistra un piccolo sentierino in piano, che volendo, porterebbe anch'esso alle macchine, solo con qualche difficoltà e tempo in più, mentre sempre a sinistra un poco più indietro, rispetto alla direzione in cui stiamo andando, sale il sentiero per l'Arma Pollera, deviazione da non perdere. L'Arma Pollera è una delle grotte più importanti del Finalese e anche tra le più lunghe, percorrerla per intero richiede abilità speleologiche e una corda di sicurezza per lo scivolo iniziale, ma soprattutto andare con qualcuno che la conosce per non perdersi. La visita della sola parte iniziale è comunque interessante per l'imponente arco posto all'ingresso e l'elegante colonna nel vano iniziale. Ridiscendendo verso il sentiero principale si può deviare a sinistra in corrispondenza di alcuni gradini scolpiti nella roccia, circa a metà della discesa, e raggiungere in una cinquantina di metri l'Arma do Rian. Purtroppo anche questa grotta non ha più le colorazioni rossastre di qualche anno fa, non essendo più percorsa dall'acqua, vi è comunque qualche concrezione morta e una seconda parte accessibile con un cunicolo, che purtroppo non ho ancora fatto, ma mi riprometto prima o poi di fare, quando capita l'occasione e mi ricordo di portarmi la tuta.
Ridiscesi a valle si prende l'altra deviazione di sinistra in piano per andare all'Arma do Prinsipaa, la si segue per alcune decine di metri fino a trovare un bivio, dove occorre prendere la traccia a sinistra che va seguita per alcune altre decine di metri fino a trovare il segno di grotta su una roccia e quindi si segue la ripida deviazione sulla sinistra fino alla grotta; vicino alla grotta vi è la bella e caratteristica parete gialla dell’alveare caratterizzata da miriadi di buchi simili a cellette delle api, per raggiungerla si prende uscendo dalla grotta la traccia a sinistra per qualche decina di metri, fino a quando si intravede, in alto, la macchia gialla dell’alveare e, quindi, si sale alcune decine di metri e infine in leggera arrampicata la si raggiunge; poco sotto l‘alveare seguendo il sentiero in discesa si trova una stretta voragine nella roccia di cui non si vede il fondo.
Tornati quindi al sentiero principale, seguendo sempre le 2 palle rosse, si arriva in breve prima al parcheggio (da dove partono anche i sentieri per la Rocca di Perti (Località Cianassi), e poi si segue la strada asfaltata per circa un km per tornare alle macchine a Case Valle, e da lì ancora su asfalto fino alla Chiesa di Perti.
fantastico giro, qui in versione light (in altre pagine di questo sito trovate un giro più completo ed anche più difficile), che permette di vedere una quantità senza pari di bellezze naturali, storiche ed archeologiche.