tutto E, per escursionisti medi, tranne la salita al Monte Minoia. La salita alla cima è tutta su pietraia e se la prima parte può essere considerata EE, per escursionisti esperti, dato il percorso chiaro e poco ripido, per la seconda parte propenderei per un F, alpinistico facile, in quanto non vi sono segnalazioni chiare che indichino il percorso da seguire, e la pietraia presenta vari punti in cui è necessario destreggiarsi alla meglio tra buchi, massi inclinati o passaggi ripidi. Raggiunta la cresta poi si accede alla vetta tramite una facile cengia, ma comunque un poco esposta.
da Genova a Voltri sulla A10, quindi si prende la A26 per Gravellona Toce e la si segue, appunto, fino a dove termina nella località sunnominata. Si prosegue dritti praticamente senza accorgersi che l’autostrada è finita perché la superstrada continua uguale per svariati Km e si passa quindi Domodossola. La superstrada (SS33) passa da 4 a 2 corsie, ma noi continuiamo a seguirla fino a Crodo, dove usciamo. Giungiamo quindi a Crodo e attraversiamo l’abitato, continuiamo poi fino a Baceno, dove, in un tornante, prendiamo a sinistra per l’Alpe Devero. Continuiamo quindi per circa 10 Km. fino a giungere al casotto dove si si ritira il biglietto per proseguire per circa 1,5 Km. fino al parcheggio, biglietto con cui si pagherà il parcheggio (6 euro per la giornata intera) presso il il silos del parcheggio sotterraneo.
dal parcheggio si prosegue sulla strada giungendo subito ad un bivio, dove prendiamo a destra, seguendo le indicazioni per l’Alpe Sangiatto, attraversando un ponticello. Seguiamo quindi il sentiero nel bosco pressoché pianeggiante e giungiamo quindi ad un bivio in località Corte d’Ardui, dove a sinistra si va a Crampiolo, mentre noi continuiamo a destra verso l’Alpe Sangiatto. Il sentiero inizia quindi a salire a tornanti giungendo quindi, a quota 1980 circa, al primo lago del Sangiatto, al quale si può scendere brevemente. Saliamo quindi all’Alpe Sangiatto, dove continuiamo a salire a destra verso la Bocchetta Scrampia, ma, dopo poco, a quota 2015 circa, deviamo a destra per visitare il pittoresco Lago Superiore del Sangiatto. Visitato il lago ridiscendiamo all’Alpe Sangiatto e prendiamo a destra verso il Lago Mediano del Sangiatto (o quello che ne resta, visto che spesso è quasi in secca), non importa se col sentiero che lo costeggia a sinistra o a destra, visto che si riuniscono presso un colletto poco dopo il lago. Superato il colletto ci immettiamo in suggestive prateria pianeggianti attraversando le quali arriviamo ad un laghetto in una zona un po’ paludosa. Proseguendo oltre il lago, sempre in piano, giungiamo all’Alpe Corbernas, e continuiamo quindi ancora lungamente per prati pianeggianti fino ad un ponticello, dove prendiamo a sinistra per l’Alpe Satta. Il nuovo sentiero procede stretto con belle viste sul Lago di Devero e giunge quindi al guado di una cascata, oltre la quale saliamo quindi una gola fino all’Alpe Satta, dalla quale saliamo ancora pochi metri fino a giungere ad un ampio altipiano prativo con numerosi laghi, che, seguendo il sentiero verso l’Alpe Forno, avremo occasione di visitare in buona parte. Seguiamo quindi il sentiero segnato che attraversa in piano vaste zone prative, deviando un paio di volte a sinistra per visitare alcuni laghetti adiacenti fino ad arrivare all’Alpe Forno, dove imbocchiamo il sentiero in salita a destra per Scatta Minoia. Il sentiero sale abbastanza gradatamente per giungere quindi ad un lago, oltre il quale proseguiamo per il bivacco Ettore Conti, posto al passo di Scatta Minoia, già ampiamente riconoscibile da qui, grazie anche al suo acceso colore a strisce biancorosse. Giunti al passo ed al Bivacco, imbocchiamo una chiara traccia verso destra, segnata anche da ometti di pietra. Dopo un primo tratto chiaro però diventa difficile scorgere i successivi ometti di pietra, ammesso che vi siano, ed occorre studiare a vista dove sia meglio passare: la strada davanti a noi sembra sbarrata più in alto da pareti difficilmente superabili, occorre quindi tagliare verso sinistra, dove sembra più facile salire. Traversiamo quindi le pietraie verso sinistra, cercando i passaggi più agevoli e anche di guadagnar quota. Giunti quindi in vista della cresta sommitale, occorre tener conto che la vetta non è quella di destra e che tale ci era sembrata fino ad adesso, ma è invece costituita da un castello roccioso più distante sulla sinistra e che da qui sembra insormontabile; qui si può quindi scegliere se salire direttamente alla cresta e poi percorrerla verso il castello di vetta, o traversare ancora a sinistra, cercando così di diminuire la pendenza, dirigendosi direttamente verso la sommità. Giunti alla base del Castello di vetta occorre aggirarlo a sinistra tramite una cengia in piano, che, superato un punto un poco stretto ed esposto, non presenta ulteriori difficoltà. Giungiamo quindi alla base di un semplice canale, che salito verso destra consente di arrivare a quella che ci sembrava la vetta inaccessibile, segnata comunque da un ometto di pietra. Da qui ci accorgiamo che di fronte a noi vi è una vetta leggermente più elevata e segnata anch’essa da un ometto, ma dall’aspetto ancora più inaccessibile. Scendendo però da questa prima vetta, e proseguendo sulla cengia, ci accorgiamo che anche questa seconda vetta si può aggirare e salire da dietro senza difficoltà. Il ritorno avviene per la stessa via fino al primo lago. Poco prima del lago si piega a sinistra, senza sentiero, più o meno in direzione sud-sud-ovest e, così facendo si giunge in breve ad un altro lago, sotto il quale se ne scorgono altri due allineati. Dal nuovo lago si traversa ancora in direzione sud, giungendo ad una valletta successiva, della quale si segue il torrente in discesa, cercando magari anche vaghe tracce da seguire, ogni tanto presenti. Giunti a quota 2350 circa smettiamo di seguire il torrente e pieghiamo a sinistra, a mezza costa, seguendo la direzione sud-ovest, ed avendo come riferimento il sentiero percorso all’andata, che intravvediamo sotto di noi ed al quale convergiamo lentamente, per poi intercettarlo quando piega verso nord nei pressi di un laghetto. Questo più o meno il percorso da noi effettuato, ma dato anche il terreno che permette di camminare dove si vuole, si può modificarlo a piacimento, intercettando anche prima il sentiero segnato, oppure andare a vedere altri laghi. Raggiunto quindi il sentiero segnato torniamo indietro sui nostri passi fino al ponticello dove troviamo il bivio (segnalato) per il Lago di Devero e l’Alpe Devero sulla destra, che imbocchiamo. Il sentiero scende quindi fino al lungolago, che imbocchiamo verso sinistra. Giunti alla fine del Lago continuiamo dritti seguendo le indicazioni per Crampiolo che in breve raggiungiamo. Attraversiamo quindi il paesino, e proseguiamo dritti sulla destra del torrente Devero, seguendo le indicazioni del sentiero estivo per l’Alpe Devero ed ignorando le deviazioni a destra per il Lago delle Streghe ed il sentiero invernale, giungendo così all’Alpe, da dove torniamo sui nostri passi fino al parcheggio.
altra splendida gita all’Alpe Devero, anche se parecchio lunga, tanti laghi e tutti bellissimi, così tanti che non sono riuscito a visitarli tutti (peccato!), data anche la lunghezza del percorso, magnifiche e rilassanti praterie e panorami sempre vasti ed aperti. Bello il torrione salendo allo Scatta Minoia e la cresta sommitale del Monte Minoia. In definitiva una gita consigliabile a tutti, a parte i problemi di lunghezza e le difficoltà per la vetta.