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Monte Nebius dal Rifugio Nebius

Monte Nebius dal Rifugio Nebius

10-07-2010
Rifugio Nebius (1605) – Colle Moura delle Vinche (2445) – Monte Nebius (2600) e ritorno.
9 Km circa A/R.
1030 m. circa.
IlConteFabio, Maury76, Lusciandro, Soundofsilence.
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E, per escursionisti medi, nessuna difficoltà tecnica né di orientamento.
Da Genova fino a Savona e quindi all’uscita di Mondovì sulla Savona-Torino. Da Mondovì si prosegue verso Cuneo, passando per Pianfei; ci si dirige poi verso Boves, passando accanto, ma fuori di Cuneo e quindi a Borgo San Dalmazzo, dove si prende la strada per il Colle della Maddalena, che si segue fino a Vinadio, dove, subito dopo l’ingresso del forte, si prende a destra seguendo le indicazioni per Neirassa. La stretta strada asfaltata porta in 5/6 Km al paese di Neirassa superiore. Anche dopo il paese continua l’asfalto, ma finisce improvvisamente, 500 metri prima del Rifugio Nebius, ma, in questo punto, non vi è modo di parcheggiare; si deve quindi proseguire fino al Rifugio (chiuso) dove vi è un po’ di spazio, non molto a dir la verità: più di 2/3 macchine potrebbero avere difficoltà…
Dal Rifugio si deve subito guadare a destra il torrente e seguire un sentiero segnato con tacche gialle. Si prosegue ai bordi di una frana (volendo anche sul ciglio, come ho fatto io all’andata, per avere miglior vista sui bei fenomeni di erosione che hanno creato piramidi di terra, qui chiamate ‘Ciciu’). Passata la frana si sale per prati incontrando una malga con fonte e, quindi, arrivando al Colle Moura de Vinche, dove il sentiero si biforca. Occorre prendere a sinistra con segnavia ora biancorossi che, portano, in breve prima a un anticima panoramica, poi alla Croce e subito dopo alla cima vera e proprio, poco distante da quest’ultima. Purtroppo, per problemi di nebbia non abbiamo completato un anello al ritorno, scendendo per il sentiero segnato con frecce (a 2 punte azzurre) che dalla croce scende verso sud su un crinale erboso (si intravvede comunque, in questo tratto, anche una traccia) e quindi diventa più impervio ed esposto per giungere al Colle Cialdoletta, da dove si sarebbe potuto salire al Colle Neirassa e, quindi, ridiscendere a Neirassa Superiore.
Interessanti i ‘Ciciu’ che allietano la prima parte del percorso, anche se non hanno niente a che vedere con quelli stupendi del Villar, belle le rocce dolomitiche che vi fanno da sfondo, ma il pezzo forte è sicuramente il panorama di vetta, molto migliore di quello che si gode dal vicino Bersaio… La nebbia in fondovalle ha poi reso ancora più suggestivo il panorama, già reso più plastico dai possenti contrafforti del Nebius in primo piano. La zona della Rocca la Meja è poi, da qui, molto più bella che dal Bersaio: la Rocca è più affilata, il Becco Grande più imponente e le dune terrose del colle Valcavera assumuno tutta un’altra plasticità… Compaiono poi il Monviso e i 2 Chambeyron che dal Bersaio non avevamo visto… Peccato aver mancato l’anello che ci avrebbe permesso, oltre il passaggio in mezzo ai torrioni, la vista dei calanchi e delle fortificazioni del Colle Neirassa.
10-07-2010
Rifugio Nebius (1605) – Colle Moura delle Vinche (2445) – Monte Nebius (2600) e ritorno.
9 Km circa A/R.
1030 m. circa.
IlConteFabio, Maury76, Lusciandro, Soundofsilence.
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Monte Nebius dal Rifugio Nebius


Dopo una settimana ci ritroviamo gli stessi 4 e, per una volta, il motivo principale non è la gita, ma la voglia di ritrovarsi insieme: non ce lo diciamo, certe cose, forse per complicarsi un po’ la vita, non si dicono mai, ma, questo è, almeno, quello che io sento… E, allora, stavolta non mi importa se non faremo il percorso tra i torrioni a cui tenevo tanto, non mi importa di svegliarmi alle 3,30, non mi importa se non siamo riusciti a recuperare il buono benzina ( o forse un po’ sì….), sono solo contento di essere in compagnia… Lusciandro poi fa ancora meglio: la sua dedizione all’amicizia è tale che rinuncia persino a mangiare (a parte un fagottino ripieno di cioccolato, un pacco di wafer e una mozzarella, in pratica una goccia nell’oceano…), e, chi lo conosce, sa cosa vuol dire… Cosa aggiungere a questo punto, se non sperare che questi momenti di comunione e intimità (solo spirituale, per fortuna…) possano ripetersi presto e non rimangano solo una fortunata coincidenza da ricordare con nostalgia… Non per fare il menagramo, naturalmente, ma per sottolineare la bellezza di certe cose semplici, o almeno che sembrano tali sul momento, ma che, a volte, ci lasciamo sfuggire dalle mani, così, senza accorgerci del loro valore…