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Tofana di Mezzo e Tofana di dentro per funivia e Ferrata Lamon da Piè di Tofana

Tofana di Mezzo e Tofana di dentro per funivia e Ferrata Lamon da Piè...

23-07-2009
Piè di Tofana (1665) – Col Drusciè (1730) – Salita in funivia alla stazione a monte (1730 -3150) – Tofana di Mezzo (3244) – Ferrata Lamon – Tofana di Dentro (3238) e ritorno in funivia e a piedi al Piè di Tofana.
Lunghezza dalla Baita Piè di Tofana al Col Drusciè 2,2 Km. circa andata e ritorno, lunghezza dalla terrazza alla vetta della tofana di mezzo circa 750 metri andata e ritorno, lunghezza delle ferrata Lamon dalla Terrazza alla Tofana di Dentro andata e ritorno circa 2,3 Km., in totale 5,3 Km circa.
70 metri di dislivello per arrivare al Col Drusciè, 90 metri di dislivello per la vetta della Tofana di Mezzo, 400 metri di dislivello per la Ferrata Lamon alla Tofana di Dentro; in totale 560 metri di dislivello.
Erika, Federica e soundofsilence.
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E, per escursionisti medi, la salita alla Tofana di Mezzo, sarei quasi tentato in effetti di dire T, dati i corrimano e le ringhiere e la larghezza del percorso, ma in effetti, considerando la quota non si sa mai cosa si può trovare. EEA (per escursionisti esperti attrezzati) la ferrata Lamon per la Tofana di Dentro, non tanto per imbrago e set da ferrata che sono quasi superflui data la facilità del percorso (anche se a tratti esposto), ma soprattutto per la possibile\probabile presenza di ghiaccio e neve che consigliano di portare ramponi e magari anche piccozza. T, per turisit, infine il breve percorso dal Pià di Tofana al Col Drusciè.
In macchina sulla comoda strada asfaltata fino alla Baita Piè di Tofana, seguendo deviazione segnalata poco prima di Cortina scendendo dal Falzarego. Si potrebbe anche proseguire su buona sterrata pianeggiante, perlomeno fino ad un ampio parcheggio distante alcune centinaia di metri dal Piè di Tofana; da qui la sterrata inizia a salire abbastanza ripida, ma credo percorribile in auto (nessuno però mi pare lo faccia, anche se non mi pare di aver visto divieti) per circa 100 metri di dislivello fino alla stazione della funivia del Col Drusciè.
dalla Baità Piè di Tofana si segue la sterrata per il Col Drusciè e la stazione di partenza del secondo tronco della funivia. Con la funivia si arriva alla terrazza denominata Cima Tofana a 3150, da dove facili scale in legno consentono di salire ancora fino ad uno sbarramento che consiglia di non proseguire fino alla vetta asserendo una qualche pericolosità che invero non ho assolutamente rilevato. Si scavalca così lo sbarramento e si continua fino in vetta sempre accompagnati da corrimano a mò di ringhiera, tranne i pochissimi metri finali. Si ritorna quindi indietro fin quasi alla terrazza, per prendere una deviazione a sinistra con indicazione Tofana III (almeno all’epoca). Si segue quindi il percorso attrezzato, senza grosse possibilità di sbagliarsi fino alla vetta della Tofana di Dentro e si ritorna sui propri passi fino alla funivia che usiamo per la discesa, per poi tornare a piedi alla Baita Piè di Tofana per il percorso dell’andata.
panorama dalle due vette che non mi ha entusiasmato, forse anche per la giornata poco nitida. Saliti al Piè di Tofana per risparmiare prezzo del primo troncone di funivia, anche se non si risparmia tanto, e camminare un po’ di più, data la brevità della gita.
23-07-2009
Piè di Tofana (1665) – Col Drusciè (1730) – Salita in funivia alla stazione a monte (1730 -3150) – Tofana di Mezzo (3244) – Ferrata Lamon – Tofana di Dentro (3238) e ritorno in funivia e a piedi al Piè di Tofana.
Lunghezza dalla Baita Piè di Tofana al Col Drusciè 2,2 Km. circa andata e ritorno, lunghezza dalla terrazza alla vetta della tofana di mezzo circa 750 metri andata e ritorno, lunghezza delle ferrata Lamon dalla Terrazza alla Tofana di Dentro andata e ritorno circa 2,3 Km., in totale 5,3 Km circa.
70 metri di dislivello per arrivare al Col Drusciè, 90 metri di dislivello per la vetta della Tofana di Mezzo, 400 metri di dislivello per la Ferrata Lamon alla Tofana di Dentro; in totale 560 metri di dislivello.
Erika, Federica e soundofsilence.
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Tofana di Mezzo e Tofana di dentro per funivia e Ferrata Lamon da Piè di Tofana


Arrivati alla funivia, avendone evitato così il primo tratto, ci tocca comunque pagare 18 euro a testa per gli ultimi due tratti. Buona notizia è però che i bambini non pagano non più soltanto fino a 4 anni, ma fino a 7, cosa valida non soltanto su questa funivia, ma, credo, per quello che ho potuto verificare, in tutte le dolomiti. Dalla terrazza panoramica a 3150 metri dove arriva la funivia alla cima della Tofana di Mezzo ci sono soltanto 90 metri di dislivello, di cui una prima decina si percorrono su comode e ampie scale metalliche, ma al termine delle quali minacciosi cartelli di divieto e uno sbarramento di corde sconsigliano vivamente di proseguire, avvertendo della pericolosità del percorso susseguente, riservato a soli alpinisti esperti, anzi la prima impressione è che il percorso sia chiuso e che sia assolutamente vietato proseguire oltre; guardando meglio si evince però che non c’è alcun divieto, ma solo pressanti segnalazioni di pericolo. Decido così di indossare imbragatura e casco e di andare in avanscoperta per vedere se il sentiero è davvero così pericoloso. Tra gli sguardi misti di riprovazione e preoccupazione degli altri turisti giunti in funivia scavalco così la barriera e mi dirigo verso la vetta. Pur percorrendo però il sentiero con tutta l’attenzione di cui sono capace non riesco però a trovare nessun pericolo: il sentiero largo e quasi pianeggiante e inoltre fiancheggiato da entrambe i lati da un inutile corrimano in corda arriva fino a dieci metri dalla vetta, dieci metri di facile gradinata rocciosa ben poco esposta. Tornato incolume alla terrazza, altri turisti prendono coraggio e raggiungono la vetta, , seppur in sandali e infradito (ma anche così non ci sono problemi), mentre io cerco di convincere invano mia moglie e mia figlia che non c’è nessun pericolo e che ben più difficile ed esposto era il sentiero 253 affrontato il primo giorno per raggiungere la Forcella Antracisa: riuscirò soltanto, con non poche difficoltà, a convincere mia moglie, ma non la bambina, che terrò per il tempo necessario alla prima per raggiungere la cima. Maggiori difficoltà le incontrerò invece per trovare l’inizio della ferrata Lamon per la Tofana di Dentro, ingannato anche dai corrimano che, oltre guidare verso la vetta della Tofana di Mezzo, presentano anche una biforcazione verso tale cima, facendomi credere che da lì parta il percorso in questione. Persa così un’ora buona a cercare la ferrata nella direzione sbagliata, mi accorgo poi ritornando verso la Tofana di Mezzo di una sbiadita scritta su roccia indicante Tofana III… Decido quindi di partire, armato di imbragatura e ramponi, data la notevole presenza di neve in quota, per percorrere l’agognata ferrata. Dopo una facile ma ripida discesa il percorso attrezzato risulta sepolto e irraggiungibile sotto la neve, seppur per un breve tratto. Scendendo ancora qualche metro la lingua di neve si restringe parecchio e il passaggio per ricongiungersi alla ferrata è di solo pochi metri. L’ultimo metro però la neve si trasforma in ghiaccio e non me la sento di passare così dato anche il sottostante lungo scivolo di neve. Calzo quindi i ramponi e provo, ma anche i ramponi non fanno sufficiente presa, per i miei gusti, sul ghiaccio duro. Torno ancora indietro e dopo anni in cui mi sono chiesto a cosa potesse mai servire la picozza comprata parecchi anni fa per il corso EE della sezione ligure del CAI in un attimo capisco tutto, a dimostrazione di come la pratica, specie se in situazione di pericolo, valga molto di più di mille discussioni teoriche… un attimo ancora però e mi rendo conto di aver lasciato la picozza in macchina… In tutti questi attimi arriva una persona di ritorno dalla vetta e si ferma davanti a me per montare i ramponi. La cosa mi da molto coraggio: allora non sono io l’unico imbranato che giudica il passaggio pericoloso… Decido allora di riprovare e aiutandomi prima con le mani conficcate nella neve e poi raggiungendo con un po’ di stretching una roccia adiacente riesco a passare. Dopo questo passaggio i ramponi non serviranno più e userò anche poco il kit da ferrata: pur in notevole esposizione i passaggi della ferrata sono quasi tutti facili. Raggiungo quindi la vetta che presenta un panorama analogo a quello della sorella maggiore, sicuramente grandioso, a mio parere, meno bello di quello che si gode dal Piz Boè, con giudizio però forse influenzato dalla poco nitida giornata. Durante la successiva discesa sono confortato dall’idea che il passaggio chiave su ghiaccio che devo riaffrontare lo potrò rendere assai più facile usando la corda che porto sempre nello zaino a mo’ di corda doppia sfruttando gli attacchi dei cavi metallici. Arrivato al punto chiave mi rendo conto però, di nuovo in un attimo, che lo zaino che mi sono portato dietro non è il mio, ma quello di mia moglie, e che, quindi, dentro non c’è la corda… E va beh, se sono passato una volta… E in effetti passo anche la seconda, ma la prossima volta mi porterò anche la piccozza…