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Antiforcella delle Mede dalla Capanna Trieste

Antiforcella delle Mede dalla Capanna Trieste

Percorso Inedito
10-08-2010
Capanna Trieste (1135) – Rifugio Vazzoler (1714) – Valle delle Mede – Antiforcella delle Mede (2365) e ritorno.
12,6 Km circa A/R.
1200 metri circa.
soundofsilence.
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T, per turisti, fino al Rifugio Vazzoler, E, per escursionisti medi, finche si segue il sentiero marcato di rosso che porta alla via normale della Torre Venezia, direi F, alpinistico facile, la Valle delle Mede. Il ghiaione della Valle delle Mede non presenta, in effetti, scegliendo la via migliore, passaggi difficili, forse qualche roccetta di primo grado, ma l’assenza completa di sentiero, la difficoltà a capire l’itinerario e a scegliere dove passare, nonché l’elevatissima pendenza del ghiaione mi fanno sicuramente propendere per la valutazione alpinistica. Da non sottovalutare poi l’impegno fisico richiesto: risalire il ripidissimo e instabile ghiaione e assai più faticoso di quello che il dislivello e la lunghezza farebbero supporre; in effetti, se non si hanno sufficiente forza ed energia, si rischia, più che di salire, di scivolare indietro…
Da Arabba si prende la strada per il Falzarego e la si segue fino a 800 metri dopo Andraz dove si prende a destra la Sr203 (Strada regionale Agordina) e la si segue passando prima Alleghe e poi Cencenighe e infine giungendo a Listolade, dove si deve imboccare il bivio per la Val Corpassa e la Capanna Trieste. Specie se si ha una macchina larga come la mia conviene però evitare il primo bivio e imboccare il secondo (200 metri dopo, sempre sulla sinistra della strada principale e sempre indicato Val Corpassa), più dritto e largo. Dopo 4 Km dal bivio si giunge all’ampio parcheggio della Capanna Trieste.
Dalla Capanna Trieste si segue la sterrata passando il bivio per il Rifugio Vazzoler (distante comunque poche decine di metri) e, circa 300 metri dopo, appena prima che il sentiero inizi a scendere, si prende un chiaro sentiero sulla destra, senza indicazioni, ma segnato, seppur non subito, con bolli rossi. Lo si segue finche questo non gira a sinistra puntando decisamente a una gola rocciosa a fianco alla Torre Venezia. Qui si diparte una appena visibile traccia che punta a destra in leggera discesa e poi inizia a salire molto ripidamente. La traccia si fa evanescente, ma si incontrano ancora 1 o 2 ometti di pietra, poi più nulla, neanche la traccia… In ogni caso bisogna portarsi verso il centro del vallone e risalire direttamente il faticosissimo e ripidissimo ghiaione. Dopo parecchia salita e fatica si giunge a una zona ingombra da massi, non molto distante dalla forcella: qui conviene tenersi sulla destra e salire 2 facili canalini con passaggi al massimo di primo grado e risbucare quindi sul ghiaone terminale sgombro da massi. Può darsi sia possibile passare anche sulla sinistra, ma, sicuramente, nei canalini di destra (scegliendo la strada giusta) si sale meglio e più velocemente che sul ghiaione e, scendendo, mi è parso più sicuro ripassare per la via di salita, perché dall’altra parte sembrava esserci un salto, cosa più saggiamente da verificare in salita… Si sbuca quindi nuovamente sul ghiaione in vista ormai della vicina Forcella delle Mede e di un’altra forcella a sinistra, probabile via d’accesso alla Croda di Pelsa, e si giunge quindi alla prima senza ulteriori problemi. Il ritorno, per la stessa via, è molto più veloce e piacevole (Per dare un’idea dal bivio per la Torre Venezia a 2000 metri circa, alla Forcella a oltre 2300 ci ho messo circa 1 ora e mezza in salita, mentre per la discesa sono occorsi meno di 10 minuti…) essendo possibile scendere sul ghiaione come un surfista sulle onde…
Nonostante la nebbia, a tratti fitta, risalendo il canalone, nonostante la precipitosa ritirata e la pioggia in discesa che mi hanno fatto rinunciare all’ascesa alla Croda di Pelsa, quello che ho potuto vedere mi ha pienamente soddisfatto, non tanto però da non desiderare di tornarci al più presto per completare l’esplorazione… Come ho già detto si tratta, infatti, di uno dei luoghi più belli delle dolomiti e sono orgoglioso e contento di averne potuto, seppur solo intravvedere il cuore nascosto e quasi inaccessibile…
Percorso Inedito
10-08-2010
Capanna Trieste (1135) – Rifugio Vazzoler (1714) – Valle delle Mede – Antiforcella delle Mede (2365) e ritorno.
12,6 Km circa A/R.
1200 metri circa.
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Antiforcella delle Mede dalla Capanna Trieste


Partire da solo e senza indicazioni per un posto così remoto e inospitale come la Valle delle Mede, dove, nel cuore delle dolomiti turistiche, non c’è pericolo di incontrare nessuno neanche in pieno agosto, richiede, almeno a me, una discreta dose di coraggio… Siccome però il coraggio non ce l’ho devo sostituirlo con l’entusiasmo e la passione per le creste incantate e le possenti muraglie dei Cantoni di Pelsa… Un luogo tra i più belli delle dolomiti, che ostenta la sua magnificenza già da lontano, dal comodo e facile sentiero per il Vazzoler; per chi voglia però penetrare all’interno di questo mondo incantato fatto di castelli e merletti di roccia la strada è invece molto faticosa e nascosta: madre natura sa nascondere e proteggere bene i suoi tesori… Non sono così troppi 2 tentativi per raggiungere la Forcella delle Mede: adesso che sono qui non ho più nessun rimpianto per il primo tentativo fallito dal Canalone degli Aghi, sento solo la felicità per essere giunto in questo luogo meraviglioso… A questo punto vorrei provare a raggiungere la vetta della Croda di Pelsa (cosa probabilmente fattibile dalla forcella a fianco, raggiungibile scendendo un poco sul ghiaione dell’andata e risalendo a sinistra – ovest) ma madre natura , per oggi, mi ha già concesso fin troppo dei suoi tesori e, quindi, inizia a tuonare… Riscendo quindi, il più velocemente che mi è possibile e rimando il progetto a una prossima volta: la Valle delle Mede merita sicuramente un’altra visita…