E, per escursionisti medi, fino all’inizio della Diretta per il Monte Rama, tranne la salita alle 3 cime: Rocca Turchina, EE, per escursionisti esperti, con passaggi di I grado, Rocche de Segage, F, alpinistico facile, la cresta completa con passaggi tra il I e il II, infine F+ la salita per la cresta rocciosa alla Rocca da Ciappa, che presenta un ultimo passaggio intorno al III, mentre la discesa aggirando le rocce è EE. EE la diretta al Monte Rama, ripida e con almeno un tratto in cui ci si aiuta con le mani. EE e forse anche qualcosa in più la discesa per la direttissima del Rama, nel primo tratto senza traccia e senza segnavia e per prati molto ripidi dove occorre scegliere la giusta strada ed aiutarsi, a volte con le mani, nel secondo tratto invece compaiono i segnavia, ma il percorso rimane comunque difficile da seguire e presenta un passaggio roccioso su una parete di 4-5 metri di II grado circa. Tutto il resto E.
da Genova ad Arenzano in autostrada A10, quindi si prende a destra e dopo neanche 500 metri si lascia l’Aurelia per prendere a destra via Pian Masino. Passando quindi a sinistra di una zona industriale continuiamo su via Val Lerone che seguiamo fino al suo termine, parcheggiando alla meglio nei ristretti spazi a disposizione.
dal parcheggio prendiamo il sentiero sulla destra segnato con stella Bianca, simbolo che seguiremo lungamente. Dopo poco più di 400 metri giungiamo ad un primo bivio, dove prendiamo a destra seguendo la Stella Bianca, per poi raggiungere in breve il Sentiero dell’Ingegnere, che imbocchiamo verso destra seguendo sempre anche la stella. Dopo 185 metri circa di Sentiero dell’Ingegnere, lo lasciamo a destra, per continuare a sinistra sulla Stella Bianca. A quota 530 circa lasciamo a destra, in un tornante, il sentiero C5, continuando sempre sulla stella. A quota 800 circa, sempre seguendo la Stella, giungiamo ad una roccia recante la scritta “Gua de Bute”, dalla quale continuiamo sempre dritti sul medesimo sentiero. Quattrocento metri dopo, e a quota 690 circa, imbocchiamo un esile sentierino sulla sinistra nell’erba tra gli alberi, che ritorna indietro parallelo per raggiungere quindi un caminetto roccioso che occorre risalire con leggera arrampicata. Dopo il Caminetto saliamo ad un nuova elevazione rocciosa e, quindi, con breve passo in cresta, giungiamo ai prati sommitali della Rocca Turchina. Torniamo quindi sui nostri passi e riprendiamo a salire dritti sui verdi prati sotto la cima dell’Argentea. Poco meno di 200 metri dopo, notiamo sulla sinistra una zona rocciosa, di cui ignoriamo la prima difficile elevazione sulla sinistra per salire invece a quella contrapposta sulla destra tramite una inclinata cresta rocciosa, dalla quale arriviamo in vetta alle Rocche de Segage. Dalla vetta si può continuare, con prudenza, sulla cresta che si assottiglia e, in pochi metri, ridiscendere ai sottostanti prati, dai quali ci ricolleghiamo in breve al sentiero segnato. Seguiamo quindi il sentiero segnato per oltre 350 metri, notando sulla sinistra l’imponente (perlomeno rispetto alle precedenti appena salite) elevazione della Rocca da Ciappa. Deviamo quindi a sinistra, senza traccia, verso una selletta erbosa sul crinale a nord della Rocca da Ciappa. Da qui abbordiamo la rocciosa cresta a sinistra, da salire con molta attenzione, dati i passaggi di I, II e infine di III necessari per raggiungere la vetta. Per la discesa scendiamo verso est, per poi piegare a nord, aggirando la zona rocciosa e ritornando quindi alla selletta erbosa, da cui riprendiamo il sentiero segnato in salita. Poco dopo giungiamo alla Collettassa (cartello), da dove continuiamo a sinistra sul sentiero segnato A. A metà circa della distanza che ci separa dal Rifugio Padre Rino, possiamo visitare il bel fungo di roccia appena sopra il sentiero, per poi proseguire fino al Rifugio. Dal Rifugio continuiamo dritti sul sentiero A, che continua lungamente pressochè in piano fino a giungere ai ruderi della Casa Carbunèe (poco dopo la Fonte Spinsu). Dalla Casa Carbunèe pieghiamo a sud, lungo il versante est del Monte Rama, iniziando a salire un poco e giungendo infine ad un bivio, dove lasciamo la A, per salire ripidamente a destra lungo il sentiero della Diretta. Giunti in vetta la direttissima si imbocca sui prati in discesa a sinistra (In direzione sud-sud-ovest) guardando verso la croce, ma non vi è pressochè alcuna traccia. Si scende quindi per ripidi prati cercando la via miglirore e, talvolta, aiutandosi con l’erba o sfruttando alcuni canalini in parte rocciosi, per raggiungere infine, a quota 1040 circa, un primo ometto di pietra. Da qui in poi occorre la massima attenzione per seguire ometti e sbiadite linee rosse, che indicano il tortuoso percorso. Si giunge poi nei presi di un paletto, sempre ad indicare il percorso, poco dopo il quale troviamo una non facile paretina in discesa (II) di 3-4 metri, sulla quale magari possiamo aiutarci con una corda.L’ultima parte della Direttissima è più facile e più segnata, ma occorre sempre attenzione per non perdersi e raggiungere quini nuovamente il sentiero A, che imbocchiamo verso destra. Seguiamo quindi il sentiero A, tralasciando a sinistra le due deviazioni per la Via Guastavino e il Bric Camulà (avrei voluto salirlo nel progetto originale, ma ho pereferito rimandare). Scendiamo quindi sulla A fino ad incrociare un nuovo sentiero che seguiamo brevemente verso destra, per poi prendere a sinistra la deviazione in discesa segnata sempre A e anche con un bollo rosso. Proseguiamo quindi fino a raggiungere l’asfalto, che imbocchiamo verso sinistra, giungendo presto davanti alla Cappelletta di Sant’Anna, per continuare poi su asfalto per altri 260 metri, immettendoci su una nuova strada asfaltata che seguiamo verso sinistr in discesa, giungendo subito ad un primo tornante da cui si distacca un’incerta traccia tra l’erba, che non dobbiamo seguire in quanto poco dopo si infrasca. Proseguiamo invece per 180 metri e notiamo quindi a sinistra un sentiero segnato che dobbiamo imboccare. Il nuovo sentiero scende leggermente fino al Ponte della Ratte e, quindi, inizia a risalire sull’altra sponda. Ad un bivio prendiamo a destra e siamo in breve nuovamente sull’asfalto, che occorre seguire a sinistra, in salita, fino al parcheggio (440 metri circa).
giro abbastanza interessante e panoramico, anche se, indubbiamente, molto di più in inverno, le piccole deviazioni poi per le 3 vicine cime rocciose aggiungono sicuramente interesse, in particolare la prima che offre un bella vista sull’Argentea e un piccolo arco naturale. Bello anche il fungo andando al Rifugio Padre Rino, peccato non aver avuto tempo per salire anche sul Bric Camulà. Interessante poi anche la salita al Rama per la rocciosa Diretta e la discesa per la difficile direttissima.